Ottobre 28 2019 0Comment

Linee guida: un accordo che non ci piace

Nella seduta del 23 ottobre 2019, il Consiglio Direttivo, dopo ampia discussione in ordine al protocollo d’intesa sottoscritto, il 16 maggio 2019, dalle tre Confederazioni artigiane, da otto Associazioni dei consumatori e dall’ANIA, ha approvato, all’unanimità dei propri componenti, il sottoriportato documento, inoltrato a tutti gli Associati e, per conoscenza, ai seguenti Enti: Confartigianato, CNA, Casartigiani, Ania, Codacons, Federconsumatori, Movimento Difesa del Cittadino, U.DI.CON., Adoc, AGCM, Adiconsum, Associazione Utenti servizi Radiotelevisivi, Cittadinanza attiva, IVASS.

UN ACCORDO CHE NON CI PIACE

Ci son voluti mesi e mesi di incontri e trattative per far sì che, in data 16/05/19, Confartigianato, CNA e Casartigiani, unitamente ad alcune Associazioni di consumatori e all’ANIA, potessero giungere a siglare un protocollo d’intesa sulle LINEE GUIDA Per la definizione di standard minimi per la riparazione a regola d’arte.

Un protocollo che non soddisfa per niente, né per quanto riguarda la Parte Generale, né, soprattutto, per quanto concerne la Parte Facoltativa.

Nella prima sono indicati alcuni criteri che, stante la loro genericità, ben poco hanno di tecnico e comunque, mancando la possibilità di poterli integrare con delle informazioni tecniche delle case costruttrici, risultano estremamente lacunosi al fine di stabilire se una data riparazione possa dirsi effettuata a “a regola d’arte”. Qualora a tali lacune venisse posto rimedio, detta prima parte del protocollo non potrebbe che essere pienamente e convintamente condivisibile.

Ma al di là di ciò, non si capisce la ragione per la quale le Organizzazioni Artigiane e le Associazioni dei Consumatori abbiano voluto prestarsi a negoziare anche la seconda sezione del protocollo,curiosamente denominata “Parte Facoltativa”, che riguarda essenzialmente un accordo di convenzionamento (compagnie assicuratrici-carrozzerie), sulla base di modalità che nulla di nuovo apportano rispetto a quanto già previsto dalla legge o dalla prassi

Anzi, alcune di dette modalità appaiono addirittura peggiorative rispetto alla legge ed alla prassi.

E’ il caso di quanto contemplato per la liquidazione del danno in favore delle carrozziere aderenti, che sarà possibile solo se sussisteranno, in contemporanea, totale assenza di responsabilità nel sinistro da parte del danneggiato, assenza di patrocinatori o consulenti incaricati dal danneggiato stesso e, soprattutto, preventiva accettazione da parte delle stesse carrozziere dell’entità delle riparazioni.

Peggiorative sono anche le clausole dell’accordo riguardanti, sia i veicoli classificati come antieconomici, la cui riparazione potrà essere eseguita ma solo se previamente autorizzata dalla compagnia, sia l’erogazione del servizio dell’auto sostitutiva di cui dovrà darsi previa comunicazione alla compagnia, la quale però vi acconsentirà solo qualora non decidesse di provvedervi direttamente essa stessa.

In pratica, un accordo le cui clausole stanno a certificare con inequivocabile chiarezza le limitazioni e le penalizzazioni che conseguiranno alle carrozzerie aderenti, senza tuttavia precisare con altrettanta chiarezza quali ne sarebbero i vantaggi.

E le cose potrebbero non cambiare nella fase di attuazione dell’accordo stesso perché non è affatto detto che alle carrozzerie possa conseguirne un incremento di lavoro, e anche se così fosse, ciò non implicherebbe di per sé un correlativo aumento degli utili d’impresa.

Con questo accordo carrozzieri e assicurati verranno ad essere defraudati di molte prerogative loro garantite per legge, prima fra tutte del diritto all’integrale risarcimento avvalendosi di imprese di riparazione di propria fiducia (art. 148, comma 11 bis, CdA).

E di tutto ciò le confederazioni artigiane (Confartigianato, CNA e Casartigiani) ne hanno grave responsabilità, avendo esse insistito a portare avanti la trattativa con l’ANIA, nonostante le sempre più forti opposizioni e motivate critiche provenienti, non solo da larghi settori del mondo dell’autocarrozzeria, ma addirittura da alcuni dei loro stessi organi dirigenziali.

Tanto più, perché non potevano non conoscere in quali condizioni si trovano ad operare, ormai da anni a questa parte, le libere imprese di autocarrozzeria, le quali, in presenza di una crisi del settore dell’autoriparazione che pare non aver termine, sono anche costrette a confrontarsi tutti i giorni con clausole e convenzioni di polizze assicurative che sottraggono ulteriore lavoro dal libero mercato in favore delle carrozzerie concordatarie.

In un siffatto contesto non potrà che determinarsi un’adesione di massa di imprese di carrozzeria all’accordo stesso, non già per oculate scelte di politica imprenditoriale, ma più semplicemente nella contingente aspettativa di vedersi migliorare le proprie condizioni economiche : aspettativa destinata tuttavia a rivelarsi sempre più vana quanto maggiore saranno le carrozzerie che vi aderiranno.

Infatti, tanto maggiore sarà l’adesione all’accordo, tanto più facile sarà per le compagnie assicuratrici imporre i loro tempari e i loro costi della manodopera : tempari e costi della manodopera che riguarderanno, dapprima, le sole carrozzerie aderenti all’accordo stesso, ma che ben presto, per naturale effetto espansivo, non potranno che interessare anche le carrozzerie che avessero deciso di continuare ad operare nel libero mercato.

Avrà così trovato realizzazione l’inconfessata finalità cui da sempre stanno mirando le compagnie assicuratrici, e cioè un generalizzato, quanto forzoso, convenzionamento di massa anche del settore dell’autoriparazione danni da RCA obbligatoria.

Altro che facoltatività della seconda sezione dell’accordo, eufemisticamente denominata “PARTE FACOLTATIVA” !

E tutto questo grazie alla passiva connivenza delle confederazioni artigiane ad un accordo che nulla di positivo apporterà al mondo dell’autocarrozzeria ed offrirà solo scenari di insperati, quanto cospicui, vantaggi alle compagnie assicuratrici.

E non vorremmo che fosse proprio per l’assenza nell’accordo di un qualsiasi vantaggio per il mondo della autocarrozzeria, ad avere indotto le confederazioni ad omettere di fornire alla base un’adeguata e preventiva informazione al riguardo.

Se così invece non fosse, non potremmo che apprezzare le motivate smentite che ci pervenissero dalle tre confederazioni, tanto più se, in aggiunta alle smentite, potesse anche far seguito l’indizione di un convegno finalizzato ad illustrare le ragioni, a noi purtroppo ignote, che potrebbero validare l’accordo da un punto di vista degli interessi degli assicurati-danneggiati e delle imprese di autocarrozzeria.

Di convegni di tal fatta, la nostra Associazione, come appunto dimostrato in occasione dell’accordo Confederazioni/Ania dei primi anni ’90 che ha visto una affollatissima partecipazione, sarebbe in grado di apportarvi un decisivo contributo organizzativo nel caso si tenesse a Genova.

Peraltro Genova sarebbe la sede ottimale anche per altre ragioni, la prima delle quali perché in Genova si è formato e professionalmente cresciuto il Collega Giuseppe Pace, attuale Presidente nazionale dei Carrozzieri di Confartigianato, e che per tanti anni ebbe anche ad onorarci della sua convinta ed attiva partecipazione alla vita della nostra Associazione.

E sono in tanti a ricordarsi che nel corso dei suoi molteplici interventi, in assemblee o convegni nostri, non mancava mai di rammentare che “è il cliente il bene più prezioso per il carrozziere” : bene quindi da difendersi in ogni momento e da ogni tentativo di sottrazione da chiunque posto in essere e, in tale prospettiva, opponendosi soprattutto al sistema delle carrozzerie convenzionate con le compagnie assicuratrici.

Sarebbe pertanto interessate che il Collega, Presidente Giuseppe Pace, si compiacesse di spiegarci, in un pubblico convegno, come tutto questo possa ora conciliarsi con quanto previsto nella sezione “PARTE FACOLTATIVA” dell’accordo.

Ma convegno o meno, sarebbe comunque doveroso che le tre confederazioni artigiane (Confartigianato, CNA e Casartigiani) e le otto Associazioni dei consumatori, firmatarie del protocollo, acconsentissero a rispondere alle due semplici domande appresso formulate :

Perché, in aggiunta alle Linee Guida per la definizione di standard minimi per la riparazione a regola d’arte, avete voluto accordarvi con l’ANIA anche su quanto previsto nella Parte Facoltativa del protocollo ?

Quali sono i vantaggi che dalle previsioni della Parte Facoltativa conseguiranno all’assicurato-danneggiato, alle carrozzerie che vi aderiranno e più in generale all’intero settore dell’autoriparazione ?

Il Consiglio Direttivo ACpGe

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